Chi legge "esamini tutto, ma ritenga solo ciò che è giusto".

La mente non è un vessillo da riempire, ma un fuoco da accendere.

domenica 5 novembre 2017

Il viaggio non è la meta


Per aprire lo scrigno della Sapienza bisogna reperire un mazzo di chiavi di vetro. Cosa alquanto difficile, ma anche trovandole si rischia facilmente di romperle. Non si può scassinare la serratura, essa è a prova di ladro perché soltanto chi ha il potere di “vedere” può trovare il buco della serratura e inserirci l'apposita chiave. Per dire che quanto appare non è la realtà, è un riflesso di essa e bisogna essere attrezzati per tentare di vedere oltre l'apparenza, il cammino infatti è assai tortuoso e pieno di insidie, facile confondersi e prendere lucciole per lanterne. Ora, i Massoni moderni hanno ricevuto per eredità lo scrigno, ma purtroppo per loro hanno smarrito la chiave e anche se ce l'avessero sotto il culo, non se ne accorgerebbero perché ciechi. È la iattura che subisce un antico Ordine che ha perduto la strada di casa. La stessa interdizione la subiscono gli studiosi del passato, storici, antropologi, psicanalisti junghiani, soprattutto i cultori degli antichi misteri alle prese con materiali ermetico-alchimistici di cui ignorano le leve di comando. Per non parlare dei cosiddetti interpreti delle Centurie di Nostradamus.
Tutti gli esperti del famoso profeta, almeno nell'immaginario comune, si son fatti un nome per tradurre le sue centurie, tentando inutilmente di venirne a capo, partendo dal presupposto arbitrario che si trattasse di profezie. Quanto ai risultati, beh, le previsioni si sono rivelate sbagliate come quelle di Renucio Boscolo. Mi domando: è mai possibile che nessuno si sia chiesto se ci fosse un'altra chiave di lettura di quegli scritti oltre alla tesi profetica? Nostradamus non fu un profeta nel senso profano che intendono i moderni, che seguono le banalità astrologiche di furbi “esperti” televisivi; il visionario francese intorno al 1550 produsse una mole di scrittura oracolare, nel senso di criptico, che solo un iniziato ai grandi misteri poteva elaborare. Michel De Nostradame, il suo nome, redasse le famigerate quartine ad uso interno di un ordine iniziatico che raccolse la scottante eredità templare, malgrado la riservatezza del materiale fu necessario divulgarlo poiché molti dei suoi componenti erano sparpagliati se non nascosti in tutto il continente. Ognuno di loro possedeva le chiavi d'accesso per interpretare le istruzioni onomantiche. Hanno un valore pure oggi? Sono solo reperti di un'epoca scomparsa, oppure conservano valenze procedurali iniziatiche ancor oggi per qualche degno cercatore? E qui vengo al nocciolo della questione. Esistono ancora regolarità iniziatiche nell'anno del Signore 2017? Chi si fregia del titolo di regolarità, di legittimo depositario dell'arcano, lo è effettivamente o millanta crediti inesistenti? Non solo. Vi sono adepti che virtualmente possiedono a pieno titolo la legittima successione, ma hanno tradito il mandato ed invertito il segno, così da diventare un bubbone pernicioso nel tessuto sociale delle nazioni. Il panorama non è dei più rosei, almeno per chi come me considera le società esoteriche necessarie per custodire il linguaggio dei simboli, i rituali, le dottrine sapienziali. Finché c'erano, assicuravano la continuità della Tradizione in ogni suo aspetto, la difendevano contro eresie e colpi di mano. Il percorso era sicuro per ogni aspirante alla Luce: seguire un iter una volta ammessi nel cenacolo interno di un Ordine, in grazia del quale l'adepto dovrebbe pervenire alla integrale corpificazione dello spirito e spiritualizzazione del soma, secondo gli assiomi alchemici. Oggi sembrano illusioni, sicuramente lo sono per chi ignaro segue i corsi di quei praticoni dell'occulto che mischiano dottrine e tecniche in un minestrone insipido e privo di nutrimenti: Gurdjieff-tantra-yoga-alchimia, vi viene in mente qualcuno? Eppure malgrado la latitanza di ordini iniziatici legittimi, si può sempre cercare la Salvezza e la Liberazione che sono le mete sempre valide dall'alba dei tempi. È pur vero che per raggiungere codesti traguardi si debbano acquisire stati di coscienza ampi e profondi, per giungere all'illuminazione. Scandurra più prosaicamente indicava come aprire i rubinetti mentali per attingere le energie che sostengono le dimensioni. Il resto è superstizione, appagamento psicologico, narcisismo, vanità

3 commenti:

  1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  2. Effettivamente e' come dici. Anche senza esserci mai incontrati, a me sembra che il barlume di una medesima convinzione - molteplicemente ostacolata in campo eterico - pervade le nostre intenzioni. In fondo l'anelito al vero spirituale, la sua iniziale percezione, costituisce gia' di per se' i motivi maggiormente reconditi dell'evento iniziatico: dell'inizio appunto.
    Quell'inizio in cui la coscienza, ri-emergendo istantaneamente da uno sfondo di tenebra, riconosce se stessa come identita' occasionalmente smarrita. Intuisco che e' un'eminente principio di solidarieta' non espressa a rilegare le nostre rispettive volonta', per quanto, coinvolte come sono nella precipitazione attuale, possano essere molto diminuite di potenzialita'.
    Non ci riconosciamo forse come parte di quell'originaria umanita' ierosofica, incolonnata lungo il tragitto di una marcia forzata e occasionalmente ispirata che da tempo immemore attraversa i tortuosi labirinti d'innumerovoli Cicli? Non dovremmo ritenere d'esser soli nella pendenza di questo cammino per la vita. In fondo, dai piu' remoti barlumi spirituali smarriti nel fondo di eta' antichissime, l'umanita' da sempre persegue l'aspirazione alla conquista del Bene, coincidente al medesimo destino di liberazione. Liberazione da cosa? dall'inganno atavico. Eccoci qui, dunque, ancora palpitanti sul "limite dei tempi", come affacciati nel cuore della notte sull'estremo orlo dell'istante, preservando la lanterna dello stupore da gelidi venti. Siamo coinvolti in una costruzione atipica dell'attimo puramente veggente. L'atipicita' del nostro operare e' determinata dall'eccezionalita' insita nei "tempi nuovi". Insomma, qui torno a ringraziarti per i tuoi scritti. Ad maiora.

    RispondiElimina
  3. Caro Giovanni, dalle tue parole sento la vibrazione del pensiero libero dai sensi di Massimo Scaligero. Probabile che tu sia un suo allievo, storico o meno, poco importa. Hai colto l'essenza della cosa. Ho visitato i tuoi blog... eccezionali.

    RispondiElimina