"Io vi dico di non fare alcuna sorta di giuramento alcuno.", Matteo, V, 34.
"Io Sono la Via", Giovanni 14,5-6.
Lo sappiamo: "Non si dissipano le Tenebre pronunciando la parola lanterna", come dice un detto Indù, ma con le frecce piene di veleno piantate nella schiena, di notte, le stelle in cielo sono diventate piene di dolore, e il colore, nero di conoscenza un piede di qua e uno di là.
Secondo il cardinale J. Daniélou, teologo francese, il seguente passo biblico è di capitale importanza: "[...] e non crediate di poter dire fra voi: Abbiamo Abramo per padre. Vi dico che Dio puà far sorgere figli di Abramo da queste pietre [...] io vi battezzo con acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me [...]Egli vi battezzerà in Spirito Santo e Fuoco." Matteo III,8. "In verità, in verità vi dico: Prima che Abramo fosse nato, io sono". (Giovanni, 8,58) Così facendo, Gesù ci dice che si è 'fatto carne' secondo la discendenza di Abramo, rientrando così nella Promessa di chi per primo si è vincolato in Dio, la circolarità patriarcale è rispettata nella messianicità, la prospettiva di Elezione è ora universale: è Vangelo. La missione di Giovanni è inaudita, il battesimo d'acqua, atto di conversione che immette nella comunità escatologica, cioè nella comunuità 'abramitica', deve esser sì mantenuto, ma non basta più, il legame con la sola etnia di Abramo non è più bastevole in se stessa. L'acqua è un simbolo della sostanza universale, ci dice il Guénon. Ma il Battista cercherà di dissuadere Gesù dall'essere battezzato con l'acqua: "Ma Gesù gli disse: lascia fare ora, poichè conviene che così adempiamo ogni giustizia", (Naturale che nell'Epistola agli Ebrei Gesù è presentato come il sacerdote messianico secondo l'Ordine di Melchisedek: la difficoltà di riconoscere Gesù come il Cristo è tanto più evidente: l'Epistola si rivolge alla questione del Sacerdozio, alcuni attendevano il Messia aronnide e chi il Messia di Giuda (subordinato), nessuno poteva pensare ad un Messia Sacerdotale, ad esclusione degli Esseni, la tradizione messianica inverava la regalità, il profetico, il sacerdotale, il sapienzale, quindi l'apocalittico). Gesù è dunque Battezzato dal Battista, Marco 1,12, e immediatamente il Tentatore osa l'impensabile, Tenta Dio Stesso. Di nuovo un salto a Cartesio, chiamato da H. Gouhier il 'Satana epistemologico'. Con Cartesio, l'uomo, per conoscersi può fare a meno di Dio, ma non del Tentatore, il quale concede all'uomo una sinistra autonomia e potere, dal momento che questo Tentatore può ingannarci quanto vuole, "ma non potrà far sì che non sia io ad ingannarmi": superbia e orgoglio. Dunque tutto pare possa staccarsi dall'uomo, tranne il pensiero. Non è solo soggettivismo, è la rottura del patto con Dio. Cartesio è un Rosacroce, sa quel che fa e in nome di cosa. Lui stesso ci dice che "Non si occuperà mai di Teologia", ed infatti per le sue Meditazioni deve bandire la Teologia se vuole raggiungere l'effetto della Tentazione. Non si occupererà mai di "Rivelazione", ma solo di questioni 'metafisiche' che "possono essere esaminate con la ragione umana". E' lecito domandarsi a cosa serve questa metafisica? E a chi? "Così io riconosco con tutti i teologi che Dio non può essere compreso nello spirito umano...nel qual senso San Tommaso ha detto...che la conoscenza di Dio è in noi sotto una specie di confusione, solamente, e come in un'immagine oscura", 'Risposte alle prime obbiezioni, Opere I, 290; AT, VII-1,12. E' politica, il filosofo cerca un concetto 'adeguato' di Dio, un sottrarsi consapevole dal rischio di ateismo e blasfemia. Atteggiamento tipico delle obbedienze nere, le quali, fanno maturare gli avvenimenti storici nell'ateismo (che esalta la forza vindice[vendetta contro Dio] della ragione satanica alla 'Carducci') e la blasfemia, formidabile appoggio per riportare lo Smeraldo Luciferino in Corona per il Trono e l'Altare: Nuovo Ordine Mondiale. Ipse dixit, lo ha detto San Tommaso, per Cartesio la politica è fatta. Curioso che Guénon lamenti che non si studi più l'opera dell'aquinate. Da notare il passo scelto del Santo da Cartesio: 'confuso' e 'indistinto', due aggettivi che Guénon ama applicare al misticismo.
San Tommaso, nella monumentale Summa Teologica - dove Aristotele è padrone -, a partire da affermazioni bibliche, talvolta articola sostanze alquanto curiose; come lo stagirita, non avrà problemi nell'affermare l'idea che questo mondo è sempre esistito e sempre continuerà ad esistere. L'idea che la materia sia sempre esistita è la negazione che Dio crei dal Nulla. Lo stesso Guénon nega che ciò sia possibile. E se lo ha detto Guénon... Naturalmente San Tommaso non si concede delle 'libertà', come si sà. Le sue prove cosmologiche, nascono esattamente per rispettare il principio di non contraddizione, e dunque il concetto di 'prova' aristotelico: ma San Tommaso sà che per la 'Fede' occorre altro, i suoi ultimi giorni sono una leggenda: i suoi discepoli gli fanno continue domande sulla sua Summa Teologica, ma lui ormai risponde: "[Tutto ciò che ho scritto] Tutto è per me come paglia". Durante una messa nel 1273, l'estasi gli mostra la debole ragione per 'arrivare' a Dio. Chiamato da Papa Gregorio X per il concilio, lungo la via per Lione, Santo chiede a frate Reginaldo di distruggere tutto quello che aveva scritto. Muore il 7 marzo del 1274. Guénon invita a studiare il Santo, stimiamo per il suo razionalismo, dato che il suo disprezzo per l'Ontologia Occidentale è un fatto: rimandiamo ad un testo interessantissimo: 'René Guénon e la Metafisica', di P. Di Vona, Sear Edizioni.
La Treccani: Tentazione: dal latino temptatio-onis, der. di temptare, tentare. (Curioso significante: temptare con templare) Nella Teologia Cattolica, per concludere, senza alcun dubbio il massimo esempio del concetto di prova 'iniziatica' possiamo incontrarlo nelle Tentazioni di Gesù nel Deserto. Siamo a Qumran, dove sono stati ritrovati i famosi Rotoli del Mar Morto. Alcuni tra i testi più importanti scritti dagli Esseni: il Midrash d'Abacuc, la Lotta dei Figli della Luce e dei Figli delle Tenebre, la Regola della Comunità - qui non è il mondo ellenico a parlare (Platone con il suo Timeo o La Repubblica) ma quello ebraico-palestinese: tuttavia nel Vangelo la parola Esseni è sconosciuta. Abbiamo letto da qualche parte che Gesù è presentato come un iniziato Esseno: errore. Si può dire che però quando ci sono dispute tra Farisei e Sadducei, è 'tendenzialmente' esseno; ad esempio nel 'Documento di Damasco' è proibito ogni forma di giuramento(XV,1-3). Gesù: "Io vi dico di non fare alcuna sorta di giuramento"(Matteo, V, 34). Viene da pensare, ma è una supposizione la nostra, che Gesù considera i veri figli di Israele gli Esseni? E forse lo era anche il Battista? Gesù crea scandalo, lo si ripete da due millenni, mangia con i peccatori, pubblicani, si lascia avvicinare dalla Maddalena. E il Cardinale Jean Daniélou, che è immerso senza alcun dubbio nella gnosi cristica, muore d'infarto in casa di una spogliarellista di 24 anni in possesso di una cospicua somma di denaro. Fu accusato di trovarsi colà come 'cliente abituale', ma in tribunale la spogliarellista affermò che il Cardinale era là proprio per un'opera di bene. In Seguito si venne a sapere che cercava da sempre la conversione di prostitute, badando anche al loro sostentamento. Di certo, per gli Esseni sarebbe stato uno scandalo, come il mangiare con pubblicani o peccatori: a maggior ragione non possiamo considerare Gesù un Esseno, un semplice iniziato. Gesù è il Nome, la Gnosi, il Battista proclama la Divinità di Gesù, riconosce il Messia e là inizia la Tradizione Apostolica. Gesù è il Redentore, senza peccato alcuno - il senso del peccato è proprio delle anime religiose, "tanto che la sua assenza deve generare sempre sospetto", ma questa assenza, in Gesù è Totale. Egli può dunque rimettere i peccati - e solo Dio può farlo. Bestemmia! Gridava il Maestro di Giustizia. Sia Crocifisso.
-Lei rinuncia a Satana?
-Nel Nome di Gesù Cristo Rinuncio a Satana.
- Lei può rinunciare a Satana, ma Satana si vendicherà di lei. Buffone.
Venivano i nostri 40 giorni nel Deserto, alla lettera. Siamo intorno alla metà del 2013, ci avviamo verso l'auto per andare al lavoro quando vediamo una grande chiazza d'olio sotto al motore. Molto più interessante la presenza di un corvo nero la cui testa era stata diligentemente staccata, roba fresca, appesa con un filo sulla maniglia dello sportellone dell'auto. Tale azione viene rivendicata con un sms che più o meno suonava così: "le è piaciuto il regalo?"( Allora ancora non avevamo cominciato a scrivere 'Il Diario Nero').
"Io vi dico di non fare alcuna sorta di giuramento."(Matteo, V, 34).
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