Chi legge "esamini tutto, ma ritenga solo ciò che è giusto".

La mente non è un vessillo da riempire, ma un fuoco da accendere.

venerdì 14 agosto 2009

UN MONDO ENTROPICO




Stiamo vivendo in un mondo ove dominano l’entropia disgregante, l’usura, l’inaridimento. In questa tragedia termodinamica, in cui l’universo non riesce a stare assieme, tento di trovare lo sfondo per la tragedia umana che intendo rappresentare. Se l’entropia è qualcosa di più sottile del disordine o dell’equilibrio termico, tutti noi abbiamo il dovere morale di cogliere la negatività di un universo diretto verso una lenta autodistruzione. Le persone e l’ambiente proiettano reciprocamente la propria stanchezza, l’uso degli psicofarmaci è diffuso assieme alle nevrosi che dovrebbero curare, e anche noi diventiamo elementi della crescita dell’entropia, della colonizzazione di oscuri alieni.
Il potere – sia esso politico che religioso - è un elemento centrale e imprescindibile della vita; le persone che lo esercitano perdono la loro umanità, la capacità di comprendere gli altri e di unirsi a loro, e si esprimono in un gioco perverso e capace di distruggere il mondo. Sono gli emissari dell'entropia.
La mia concezione della realtà è assieme teologica ed epistemologica, due metodologie che raramente non entrano in contraddizione, eppure inizio a entrare in una “paranoia tranquilla” in cui sono convinto non tanto di avere scoperto una verità che gli altri non comprendono, quanto piuttosto di doversi confrontare con realtà che non riescono a dominarsi a vicenda e che si intersecano. Forse, come scriveva Bertolt Brecht, “di tutte le cose la più certa è il dubbio”.
L’uomo lotta disperatamente contro la natura e le sue leggi crudeli, l’evidente manifestazione dell’imperfezione, ma cosa accade se la resurrezione dei corpi, l’avvento della città di Dio annunciato con l’apocalisse, avviene variando le leggi dell’universo, regredendo verso il principio?
Sant’Agostino: “non vi è luogo: andiamo avanti e indietro, e non vi è luogo”.
Mi appaiono segni misteriosi che indicano la presenza di un complotto, l’esistenza di un mondo parallelo, con proprie regole, del cui sviluppo il mondo “reale” è totalmente inconsapevole. Se la realtà è il sistema coerente e condiviso che ci risulta da una mediazione delle nostre percezioni con il sistema di ricordi reso disponibile dalla nostra mente, allora la persistenza degli oggetti intorno a noi è un segnale di realtà forte. Luci roteanti che si spostano a grande velocità. Visioni così, fanno parte del mio kit esperenziale. L’interpretazione di questa mia esperienza, del tutto simile a quella di migliaia di testimoni, è che si tratti di una comunicazione.
Il nostro universo, visibile ma falso (natura naturata, Maya, dokos, Satana), viene parzialmente redento dal suo continuo mescolarsi con l’autentica fonte dell’essere (natura naturans, brahman, eidos, Dio). Insieme, le due fonti creano una sorta di universo olografico che ci inganna.

3 commenti:

  1. Testo molto pregnante ed acuto, come Il varco tra i mondi, senza dubbio il miglior articolo pubblicato sull'ultimo numero di XTimes.

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  2. Caro Zret, te ed altri come te, me compreso, stiamo facendo una battaglia, spero un buona battaglia a favore della verità, quella che da secoli ci hanno scippato i mercanti della luce, gli illuminati che hanno in mano il mondo. La gente è troppo spesso sotto l'influsso di una narcoipnosi, chimica e psichica, attratta da effimeri sogni, febbricitante dal virus del gioco, ossessionata da uno sport che è più che mai contaminato, dai mass media che vendono facezie e inganni; e allora, noi, semplici vedette dell'aurora, avvisiamo. Il tempo si solidifica e lo spazio fluisce.

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  3. Si combatte per giuste cause, anche se ci si sente un po' donchisciotteschi, ma meglio gli ideali che i disvalori di un mondo di plastica.

    A presto!

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