Chi legge "esamini tutto, ma ritenga solo ciò che è giusto".
La mente non è un vessillo da riempire, ma un fuoco da accendere.
lunedì 1 marzo 2010
LA SECONDA REALTÀ
Nel nostro ambiente di cultura alternativa al sistema dominante, nessuno più crede alla realtà così come appare. Ora, partendo da questa posizione sia essa concettuale deduttiva intuitiva o, ancora, conoscitiva, rimane da ricercare una seconda realtà, quella che sfugge ai più. Potete ben comprendere che da qui in poi le cose incominciano a complicarsi assai. Non voglio insegnarvi un metodo definitivo onde ricercare la seconda realtà. Posso però delinearvi un approccio che ritengo efficace, almeno lo è stato e lo è tuttora per me. Quello di scavare, chiedere e provocare. La quadratura del cerchio è difficile, quasi impossibile se trattiamo di materie oscure quali l'ufologia, l'esoterismo, la metapsichica. Come se non bastasse, queste materie oscure non sono inerti, sterilizzate. No, vi garantisco che esse vivono, vibrano se sollecitate. Durante la ricerca della seconda realtà, quella occulta, parallela, separata da quella nota, si intromettono cose e persone animate da fili invisibili che svolgono opera di contrasto, depistaggio, inganno. Certo, in maniera elusiva, mitigata, ma poi, mano a mano che si avanza tali ostacolatori diventano sempre più duri, pervicaci, instancabili, fino a palesarsi per quello che sono. A questo punto la maggioranza dei ricercatori dell'occulto tentenna, se non fugge e si limita ad aprire un blog dove abbaia alla luna. Ho conosciuto tanti occultisti ed esoteristi, ufologi della prima e dell'ultima ora, ma vi assicuro che pochi, veramente pochi continuano imperterriti nella ricerca, costi quel che costi. È facile discettare di arconti, di cabala, di civiltà perdute e poi ritrovate, di Guenon e Corbin, di onomanzia e simbolismi. Che ci vuole? Difficile è entrare a gamba tesa dentro la questione. Senza tema e senza indugi. Lambiccarsi il cervello con formulari magici, presunte affiliazioni a regolarità iniziatiche, mischiando fisica dei quanti con gli stati molteplici dell'essere, almanaccando di cose catare e di mistica dell'immortalità, di angeli e demoni, è gioco da perdigiorno, non è lavoro di scavo, silenzio dell'anima alla ricerca della sorgente. La seconda realtà è prossima, contigua ad ognuno di noi, eppure non è pane per sdentati né per pusillanimi. Se qualcuno fa lo splendido per rimorchiare ragazze inquiete, ammantandosi di aurea misteriosa, prima o poi si scopre e a nulla valgono gli appelli rancorosi. Di guru all'amatriciana ne son passati tanti e gli sventurati seguaci troppo tardi si son svegliati dall'inganno. Pertanto, amici, la strada che porta alla seconda realtà è lunga e amara, troppo stretta per i cialtroni e invisibile agli stolti.
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Tutto giusto e condivisibile, ma manca secondo me un solo ingrediente da considerare: la Provvidenza, personale e/o collettiva; o chiamala con qualche esotico termine Advaita o qualsiasi altro preferito.
RispondiEliminaIn mancanza di, o a prescindere da, se il poverino si imbatte in cartomanti e lestofanti, guenoniani o aurobindiani o kremmerziani o sibabiani o boh-iniani il problema non mi pare dove si sia inchiavicato o cos'abbia potuto perdersi. Uno incontra le vie e le deve percorrere solo perchè non potrà mai a priori decidere qual'è quella giusta; almeno al tempo d'oggi dove tradizioni solide non reggono più la tenuta nel caos socio-consumistico.
chi si butta dimostra coraggio e merita sempre un plauso. Facesse il Cielo in modo che quelli sinceri non si facciano tanto male, ovviamente sempre Karma individuale permettendo;-)
Caro Sante-Asse, l'abbandono alla Divina provvidenza o al Tao o al Wyrd che dir si vuole è la condizione sine qua non. Certamente meglio buttarsi o tentare di trovar la strada verso la realizzazione di sé, che morire borghesi. Anche i bancari hanno un'anima, purché se lo ricordino.
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