
La linea della rosa è un campo di forza che unisce l'universo mondo e tutte le trame che dagli elettroni conducono alle cellule; un interfaccia formidabile composto dal fattore tempo unito all'energia psi. Ne deriva una scienza dei rapporti che esistono tra i nomi, le persone ed il loro destino. I nomi hanno il misterioso potere di attribuire alle cose la capacità di realizzarsi secondo il significato palese o nascosto nei nomi stessi. Sembra assurdo e folle, ma questo è solo dovuto al fatto che è l’unico singolo segreto su cui è basato tutto il potere di chi comanda, che difende bene le sue carte segrete. Tutti i nomi rivelano le intenzioni nascoste dell’unico innominato. Quanto all’innominato, oggi si sa che è no Ra. Quindi la negazione di Dio.
I nomi/jettatura servono anche per le pantomime, parola nascosta nel nome della mitica battaglia di Lepanto, nel mar di Corinto, che i veneziani vinsero solo in apparenza. Le pantomime (storie inventate di sana pianta) servono per evocare il realizzarsi di una situazione e sono la sostanza della Stregoneria Mimetica (SM)
Non solo alcuni nomi hanno un significato celato o più di uno. Tutti i nomi sono così, non c’è un nome importante che non rechi un significato più o meno nascosto. Anche le interconnessioni tra le parole (le reti di nessi) seguono significati coerenti, categoria per categoria di giocatori, e tutte quante, per tutte le categorie principali, finiscono con la parola Sin, che può essere Siena, la Cina con i suoi sinologi, la Sinagoga, il peccato originale, i sensi, ma che in ogni caso non sono altro se non i nessi stessi.
La linea della rosa ci consente di scoprire che cosa intendono i cinesi quando pregano Dio. I cinesi che parlano inglese lo chiamano Fortuna, e il genitivo latino di fortuna è anagramma perfetto di of Nature. Dio è la Natura. Il gioco generale quindi sta nella lingua che si parla, anche senza essere coscienti dei significati celati, poiché vi è il trasduttore semantico simultaneo situato nell’area di Broca del cervello di ogni persona.
È facilissimo controllare l’intervento umano nei nomi degli stati, delle città, delle persone, delle grandi ditte commerciali, degli oggetti, dei nomi delle malattie, dei libri e delle opere artistiche. La regola comprende l’uso misto delle sette lingue (i sette veli di Salomè) e – per fare certi nessi – la legge di Grimm, che riguarda il comportamento di certe consonanti nelle varie lingue. Biseva di Roma (la Biblioteca Segreta Vaticana) diventa Biseba a Milano (il Biscione degli Sforza insieme a Biblioteca Ambrosiana e Banco Ambrosiano) grazie al fatto che Milano era spagnola e in spagnolo b=v. Così con la legge Grimm, Woitila/Voitiua giustifica il nesso glabri/guebri, che è la sorpresa finale contro i cinesi. E il Giglio – stilizzato diventa lo psi - cos’è in tutto questo? Nulla di concreto, è solo il simbolo del…simbolo. È utile per sapere che si è in pista.
La caratteristica che rende tale materia oscura una scienza vera e propria, simile alla geometria, è l’ordine rigoroso delle sue verità, che sono portate dai nomi. Ciascun nome trae la sua legittimazione dal nome che lo precede analogamente a ciò che avviene con i teoremi, coerente con un set di definizioni di partenza. Un nome è radicato sopra il nome che lo precede, si fa trasportare da esso come un uomo a cavallo. Questa immagine è analoga al dialogo “Io-Tu” ed è trasferita al mondo delle frazioni, che rendono possibile la magia della materia oscura. Il nome trasportato è il numeratore e il nome trasportatore che gli dà la legittimazione è ricordato come en-tra dominatore nella parola denominatore. Tra due nomi lo stesso risultato della frazione è ottenuto mettendo uno sopra oppure di fronte all’altro, oppure capovolgendolo come San Pietro, oppure rivoltandosi oppure aggiungendo o togliendo una R al nome.
Un postulato della materia oscura è questo: l’importanza dei nomi è inversamente proporzionale ai simboli usati, così l’asino è più importante del cavallo, e il trasporto di tutto l’albero dei nomi è affidato ad una asinella (in ebraico “aton”). Il punto (che non ha dimensioni perché è infinitamente piccolo) attinge al concetto di Divinità perché entrambi sono infiniti.