Chi legge "esamini tutto, ma ritenga solo ciò che è giusto".
La mente non è un vessillo da riempire, ma un fuoco da accendere.
lunedì 31 agosto 2009
SVEGLIA! IL DISTRUTTORE DI MONDI È IN DIRITTURA DI ARRIVO
Chi mi segue da tempo, conosce sin troppo bene la tesi di fondo che anima i miei studi e ricerche, che in buona parte riporto nei miei blog. Tesi condivisa da altri milioni di donne e uomini liberi: siamo prigionieri di una cricca mondialista che detiene il potere assoluto sulle risorse terrestri, sulla società, che dirige la politica del pianeta e fa dell'economia e della finanza cappi mortali a scapito di tutti noi, poveri cristi che crediamo ancora nel voto democratico, nella libertà come partecipazione. Farabutti e tagliagole ci rubano l'energia vitale, ci sottraggono le speranze, ci tolgono la voglia di vivere. Ci ingannano facendoci credere che le guerre siano un male necessario. Ci ingannano, nascondendoci le prove su visite di esseri da altri mondi e privandoci della possibilità di utilizzare energia libera illimitata a costo zero al posto delle consuete fonti energetiche, salatissime, come petrolio e nucleare. Ci fanno cadere sulle nostre teste tonnellate di merda chimica per condizionarci psichicamente – le scie chimiche – e non c'è sindaco, amministratore, politicante eletto da noi fessi bravi cittadini, che si preoccupa a denunciare tali porcherie. Sono a dir poco indignato, perché le alte gerarchie vaticane – belli freschi nelle loro sontuose dimore marmoree e drappeggiate, quando moltitudini di disgraziati con salari da fame vivono in abituri indegni dell'uomo - assecondano tale status quo, come se non sapessero, non intendessero il pericolo mortale in cui versa questo nostro amato pianeta, addirittura si augurano che un governo mondiale, una autorità politica mondiale al più presto prenda le redini dei popoli, in una sorta di commissariamento generale dei governi nazionali, una supervisione politica, economica e sociale di tutta la terra. Il potere assoluto in mano ad una sinarchia di Illuminati. La Chiesa cattolica dovrebbe, dico dovrebbe, seguire una linea profetica che ci possa indicare la via di salvezza verso la fine dei tempi, per un nuovo inizio. La Chiesa cattolica insieme a tutte le grandi religioni del mondo, nessuna esclusa, dovrebbero indicarci un cammino, quello delle realtà ultime. Invece di occuparvi di questioni sociali, politiche, economiche e salariali, fateci un segno per ricordarci chi eravamo. Sveglia, prima che siate complici infami di tali trame oscure, sveglia.
Sono un uomo di nessuna accademia, ma vi assicuro per quello che vale, di amare Cristo più di ogni altra cosa e vedo, sento, la fine di un mondo e quando tutto crollerà, in mezzo alle rovine chi meno si sarà aggrappato, più rimarrà dritto...ma i tempi sono stretti e il distruttore di mondi sta arrivando implacabilmente.
N.B.
A tutti i papa boys, a tutti i nipotini di Maurizio Blondet, a tutti i movimenti supercattolici: sveglia, invece di lustrar tonache, sveglia invece di specchiarvi compiaciuti nel vostro stagno privato credendo di avere il lasciapassare per il paradiso, sveglia. L'umanesimo integrale di Maritain e tutta la dottrina sociale della Chiesa hanno miseramente fallito. Il tradizionalismo cattolico, ha solo portato razzismo e classismo. Dio non ha tessera, ne può essere sequestrato. Quando i preti fanno politica è la politica che fa i preti.
mercoledì 26 agosto 2009
L'ARCA STELLARE È UNA REALTÀ
Ecco le immagini provenienti dalla sonda Cassini
Pasadena - NASA - 9 Agosto 2009
Un misterioso oggetto ha colpito una delle zone della fascia di asteroidi presenti vicino Saturno con relativa scia, il mistero ora è: cos' è quell'oggetto?
Non e la prima volta che strani oggetti spaziali compaiono nelle vicinanze degli anelli di Saturno e gli scienziati della NASA e del JPL di Pasadena non sanno ancora dare una spiegazione plausibile, fatto sta che quell'oggetto spaziale che ha colpito gli anelli saturniani aveva una potenza ed una velocità incredibili. Si pensa ad un oggetto proveniente dall'esterno del nostro sistema planetario che con il suo effetto gravitazionale abbia creato una sorta di effetto fionda che ha colpito uno degli anelli. Forse si tratta di asteroidi o comete che vengono trascinate da Planet X? Niente di sicuro, ma la NASA sta studiando questo misterioso episodio registrato da Cassini.
fonte: blog.discovermagazine.com
NOTE
Prima della Nasa, nel mio ultimo articolo apparso su XTimes di agosto, 'Il Varco tra i mondi', denuncio la presenza nella divisione Cassini - lo spazio esterno tra gli anelli saturniani - di un'Arca Stellare proveniente da un universo tangente, di dimensioni pari almeno a quelle della nostra Luna. La sua forma piramidale rimanda anche simbolicamente alla civiltà egiziana prima delle sabbie. Inoltre, ho ipotizzato – ma in realtà ne sono certo – che i sgraditi ospiti dello stellare vascello, siano Dèi esuli di ritorno da un lungo viaggio. Indovinate quale sarà la loro prossima tappa?
Il 2012 non è una favola new age e nemmeno una sceneggiatura di un film, è qualcosa di più serio e drammatico di quanto Braden, e tutti quei furbetti di archeofuturisti spacciano da qualche anno a questa parte. Scrutate i cieli.
RIDARE PESO ALLA VITA
La collina si corica ai piedi di una verde spianata. Una casa di pietra con le travi che spuntano dal tetto sfondato, i coppi sparsi intorno al muro fratturato quasi la decorano. Il vecchio che ci viveva, in questa contrada sperduta dell'alta Tuscia, non se ne lamenta. Seduto, guarda dall'alto le arnie sotto le robinie, e si industria affinché il muretto non cada sopra quelle casse d'api. Accomoda e snoda i fili di ferro; ricorda la guerra, la moglie paralizzata. Le sue mani sono rozze, tutte rovinate e tuttavia hanno una delicatezza da orafo quando, naturalmente silenzioso, si occupa delle sue arnie.
Christian Rosenkreuz, personaggio misterioso nel suo altrettanto misterioso libro, Le Nozze Chimiche, vi descrive una bilancia dove si pesano gli uomini, il loro pregio eterno. Come Cristo e l'Arcangelo faranno in cielo. Così questo vecchio semplice e mite diventa una pesa, un modo per comparare gli uomini e gli eventi. Chi mai potrebbe stargli accanto senza diminuirsi, senza svelare immediatamente il proprio vero peso? Penso alla soubrette artificialmente formosa che dice ciao al telefono e si commuove per i canzonettisti che cantano, isterici davanti al papa che applaude meccanicamente, mentre il livoroso recita col bolso creativo l'ennesima puntata delle avventure di Gianni e Pinotto, insieme agli altri politicastri di destra o di sinistra, liftati, a recitare come comparse da filodrammatica. E me li penso qui, adesso, fermi accanto alle arnie, senza il carisma ipnotico che deriva dal denaro o dai mass media. Tutti assieme non credo pesino quanto le api che questo silente vegliardo si cura di accudire.
Qui è gran pace. Il vecchio non vuole andare a vivere altrove, e se ne rimane col cappello in testa, seduto, a badare alla collina e alle api. Tocca per terra. Non parla di Euro, di sol dell'avvenire, di mondialismo o mercati finanziari. Non uno degli argomenti per cui siamo tormentati e pedagogizzati nella vita consueta ha qui, o per lui, senso. Un mondo di visioni televisive, di procedure informatiche, di Pil e mercati plasma in ognuno incubi ad aria condizionata. È l'esistere senza piedi per terra, astratto nel brusio continuo di pensieri che plastificano i cuori, in un universo sempre più finto, nel quale le mansuete mucche impazziscono e la finzione tv sostituisce la vita. Un cartone animato di calcoli continui, e improperi. Ma se questa è, ahimè, l'oppiata percezione del mondo adesso, allora il vecchio è uno dei pochi a possedere ancora un suo pregio. Ridà peso. Fa risentire la terra, fa capire che gli incubi venali o retorici dentro i cervelli sono un niente.
domenica 16 agosto 2009
GLI ANTICHI VIVONO ANCORA NELLE NOSTRE CELLULE ORFICHE
QUELLO CHE HANCOCK, BAUVAL, ICKE & CO. NON CAPIRANNO MAI
Ammettiamo per un momento che esista un bizzarro pianeta, Magonia, dove vivono nello stato naturale uomini come noi, dotati però di una caratteristica straordinaria: con la loro immaginazione danno forma a se stessi ed al loro ambiente, e sono essi stessi in piccola parte oggetto dell’immaginazione altrui. Intorno a dove vivono, la natura sembra fatta apposta per loro, oppure sono loro che sembrano fatti apposta per la natura che hanno intorno. Vivono in gruppi e danno ai loro corpi le caratteristiche che meglio gli consentono di godersi la vita nell’angoletto di mondo in cui si trovano a vivere. Immaginano continuamente se stessi in rapporto a ciò che gli sta intorno, e creano con la loro sola immaginazione manufatti analogici per ricavare il potere e la conoscenza degli animali, le piante ed i minerali che desiderano. Se vogliono scavare una galleria nella roccia più dura basta che pensino al buco, ed il buco si apre senza grande sforzo. Così seppelliscono i loro morti importanti, e li seppelliscono insieme agli oggetti più cari, affinché l’anima non ne dimentichi la forma, e possa seguitare a pensare quegli oggetti anche nel nuovo mondo, sebbene ad una vibrazione e dimensione diversa. Così spostano pietre pesantissime col solo sforzo della mente, costruiscono monumenti giganteschi, e fanno queste cose per appagare una spinta interiore. Farli e poi guardarli da lontano gli dà benessere. Se vogliono andare in luoghi lontani, per esempio per procurarsi un’erba medicinale che da loro non cresce, basta che si concentrino e poi partono rapidissimi nella direzione voluta. Chi li ha osservati afferma che in un attimo scompaiono dalla vista, e che ottengono questo risultato… riducendo la distanza. Con la concentrazione mentale e producendo un suono adeguato riescono a ridurre il paesaggio a dimensioni miniaturizzate, così che, se si mettono a correre o vanno in canoa, hanno l’impressione di viaggiare velocissimi mentre il suolo gli scorre sotto senza sforzo. Chi ha fatto quest’esperienza racconta che sembra di andare in aeroplano però si tocca terra. Il rapporto con la terra è integrale, e la terra offre un’enorme varietà di cibi che è sufficiente raccogliere. La qualità più sorprendente degli abitanti di Magonia è quella che gli consente di modellare con la mente se stessi ed il mondo che li circonda.
Convivono con animali che sembrano fatti apposta per assolvere certe funzioni adatte all’uomo. Hanno una farfalla incapace di vivere all’aperto, né tanto meno volare, la cui funzione è solamente quella di produrre miriadi di specialissimi bruchi, attrezzati per produrre la miglior fibra tessile conosciuta. E poi hanno creato degli animali che leggono il pensiero di chi li conduce, come fanno i cani da pastore nel nostro mondo, ed hanno modellato insetti, uccelli, erbivori e pesci per produrre benessere in cento modi diversi. Tutto senza sforzo, con naturalezza. Per la mediazione con il regno minerale – la terra – quegli uomini hanno inventato animali potentissimi, dotati d’infinita pazienza e dolcezza, che si rendono utili al resto della natura persino con gli escrementi - non si butta niente.
Magonia offre altre sorprese ad uno che viene da una qualsiasi delle nostre città. Esiste – tutti ne vedono gli effetti – un misterioso meccanismo che collega i coltivatori dei campi con l’aspetto del paesaggio, ossia con l’aspetto che quegli stessi campi possiedono se sono osservati da un chilometro o più di distanza. La campagna coltivata mediante gli animali appare così gradevole e salutare, che per molti la parola “campagna” è sinonimo di vacanza.
Possibile che sia solo l’applicazione mentale e manuale di quegli strani uomini a modellare il paesaggio? La vita è ideazionale e plastica a tal punto? Qualcosa di simile alle colline marchigiane, coltivate a gradoni, oppure alle risaie in collina di tutto l’Oriente asiatico. Si sa che a Magonia la bellezza sta nel paesaggio, non nella mente degli uomini che lo guardano, perché esistono anche paesaggi che nessuno guarda, come quelli in pianura, che solo se andassi con l’aeroplano potresti vederli, ma nel pianeta di Magonia l’aeroplano non lo desidera nessuno.
Gli osservatori arrivati dal nostro mondo hanno constatato che questa creatività naturale si manifesta dove le persone vivono in gruppi spontanei, i branchi, le tribù e – forse perché gli piace tanto stare insieme – quegli uomini tendono a fare dei nidi comuni per abitare, paesi dove vivono anche molte centinaia di famiglie. I nidi sono belli, quasi come quelli degli animali sociali, e cambiano di forma da una zona all’altra. Questo dimostra che la varietà dei nidi che quegli uomini costruiscono è il risultato di una scelta creativa quasi illimitata, mentre tra gli animali sociali, come i calabroni e le api, lo schema del nido e rigidamente fisso dovunque questi insetti s’incontrino, come gli alberghi Holiday Inn nel nostro mondo o i self service del “nefast food” presenti ovunque.
Osservando l’enorme diversità di quei nidi vien voglia di pensare che ciascuno è il frutto di una libera scelta, forse per armonizzarsi meglio con il paesaggio. Ma libera scelta di chi? Procedendo per esclusione, gli osservatori terrestri sono arrivati a considerare l’idea di base del branco, secondo la quale esso si comporta come un solo individuo quando sceglie la forma da dare al suo nido. E lo strano che gli abitanti di Magonia sanno tutte queste cose per istinto, senza averle mai imparate – come se possedessero un codice cognitivo olistico – e nessuno, mentre costruisce un muretto o apre una finestra nella sua abitazione, pensa minimamente all’aspetto finale che avrà l’intero nido quando sarà guardato da grande distanza – una mente non collocata fisicamente potrebbe avere una visione globale del tutto. La forma del nido piace a tutti, ma nessuno sa di essere proprio lui con i suoi gesti, l’artefice insieme a tutti gli altri di tanta bellezza.
Gli osservatori terrestri hanno concluso che in quel felice pianeta pensa a tutto il branco, o se volete la comunità, anche alla salute dei membri. E siccome la comunità non ha un cervello fisico per pensare, gli osservatori hanno dedotto che il pensiero del branco, quello che modella il paesaggio, è costituito dal puro e semplice fatto che tutti gli abitanti sono in qualche modo collegati insieme. E siccome non si vedevano collegamenti materiali e sensoriali ordinari, parlarono di mana o sede del pensiero puro, cioè generato da una mente impalpabile e affermarono che il potere della comunità sta nella sua realtà, vallata per vallata, e che il potere di immaginare il mondo sta tutto nella mente. La mente vive di pensieri, dissero e decisero di fare degli esperimenti con la gente pilotandone i pensieri. Avevano scoperto che il potere degli abitanti del pianeta Magonia poteva essere pilotato, come tutti i pensieri degli altri, e immaginarono che un giorno sarebbero arrivati ad impossessarsi di quel potere. Decisero di tenere il segreto più assoluto su questa scoperta.
venerdì 14 agosto 2009
UN MONDO ENTROPICO
Stiamo vivendo in un mondo ove dominano l’entropia disgregante, l’usura, l’inaridimento. In questa tragedia termodinamica, in cui l’universo non riesce a stare assieme, tento di trovare lo sfondo per la tragedia umana che intendo rappresentare. Se l’entropia è qualcosa di più sottile del disordine o dell’equilibrio termico, tutti noi abbiamo il dovere morale di cogliere la negatività di un universo diretto verso una lenta autodistruzione. Le persone e l’ambiente proiettano reciprocamente la propria stanchezza, l’uso degli psicofarmaci è diffuso assieme alle nevrosi che dovrebbero curare, e anche noi diventiamo elementi della crescita dell’entropia, della colonizzazione di oscuri alieni.
Il potere – sia esso politico che religioso - è un elemento centrale e imprescindibile della vita; le persone che lo esercitano perdono la loro umanità, la capacità di comprendere gli altri e di unirsi a loro, e si esprimono in un gioco perverso e capace di distruggere il mondo. Sono gli emissari dell'entropia.
La mia concezione della realtà è assieme teologica ed epistemologica, due metodologie che raramente non entrano in contraddizione, eppure inizio a entrare in una “paranoia tranquilla” in cui sono convinto non tanto di avere scoperto una verità che gli altri non comprendono, quanto piuttosto di doversi confrontare con realtà che non riescono a dominarsi a vicenda e che si intersecano. Forse, come scriveva Bertolt Brecht, “di tutte le cose la più certa è il dubbio”.
L’uomo lotta disperatamente contro la natura e le sue leggi crudeli, l’evidente manifestazione dell’imperfezione, ma cosa accade se la resurrezione dei corpi, l’avvento della città di Dio annunciato con l’apocalisse, avviene variando le leggi dell’universo, regredendo verso il principio?
Sant’Agostino: “non vi è luogo: andiamo avanti e indietro, e non vi è luogo”.
Mi appaiono segni misteriosi che indicano la presenza di un complotto, l’esistenza di un mondo parallelo, con proprie regole, del cui sviluppo il mondo “reale” è totalmente inconsapevole. Se la realtà è il sistema coerente e condiviso che ci risulta da una mediazione delle nostre percezioni con il sistema di ricordi reso disponibile dalla nostra mente, allora la persistenza degli oggetti intorno a noi è un segnale di realtà forte. Luci roteanti che si spostano a grande velocità. Visioni così, fanno parte del mio kit esperenziale. L’interpretazione di questa mia esperienza, del tutto simile a quella di migliaia di testimoni, è che si tratti di una comunicazione.
Il nostro universo, visibile ma falso (natura naturata, Maya, dokos, Satana), viene parzialmente redento dal suo continuo mescolarsi con l’autentica fonte dell’essere (natura naturans, brahman, eidos, Dio). Insieme, le due fonti creano una sorta di universo olografico che ci inganna.
mercoledì 12 agosto 2009
High Frequency Active Auroral Research Program
200 miles northeast of Anchorage, there’s a massive military facility tucked deep in the black pine. What goes on at the High Frequency Active Auroral Research Program (Haarp) depends on who you ask. Self-directed “researchers” like Nick Begich say the collection of transmitters and receivers is conducting secret tests of monstrous weapons for the Defense Department: mind control, weather manipulation, long-distance spying. The military scientists in charge of this military installation insist that Haarp has absolutely no direct military applications whatsoever. It “is and always was and was planned to be a research facility,” says Dr. Paul Kossey, the Air Force’s program manager. Haarp’s antennas are being used to study the ionosphere, the electrically charged layer of Earth’s atmosphere, by pumping it full of energy. That’s why Haarp’s scientists are creating artificial Northern Lights, beaming radio waves into the crevasses of nearby Mt. Wrangell, and bouncing signals off of the Moon. Naturally.
Last year, I got a rare chance to see Haarp for myself. Here’s what I found.
Above: To get to Haarp, drive 200 miles northeast of Anchorage. Then take the Tok Cutoff for 11.3 miles, and turn onto an unmarked road. You’ll be met by this sign, at the facility’s front gates.
Photo: Noah Shachtman
martedì 11 agosto 2009
CONTRO L'INSOSTENIBILE PESANTEZZA DELL'EGO
Disapprovo il pedissequo. Non ho mai preteso di insegnare nulla a nessuno. L'imposizione culturale è quella didattica, quella mia è solo democratica espressione, comunicazione, messaggio, anche se sventramento. Cestinare è facilissimo. Se ho un merito è il coraggio di esternare la percentuale di follia che, in fondo, su scala diversa, ogni uomo si porta dentro, a causa dell' irreversibile destino di finibilità del mammifero superiore. Esistenzialità narcotizzata con reazioni difensive diversificate e contrapposte, dall'annichilimento mistico, alla criminalità, dalla sublimazione professionale all'hobbistica esasperata del vivere borghese. La normalità vuol dire oggi indossare la divisa e somigliare, per tener fede all'apparire e non all'essere. Cosa sarebbe un contesto di scambio di opinioni con soldatini ammaestrati, tutti allineati e spersonalizzati, sempre dentro le righe, mai un mal di testa, un colpo di tosse, una trasgressione costruttiva, una barzelletta. Una delle problematiche maggiori, oggi, è la chiusura mentale, il provincialismo nelle metropoli, il convenzionale, il connivente, lo statico, l'emulazione di un modello sociale dei più alienanti della storia. Il cliché! Lo stagnare in formule asettiche, glaciali e irreversibili. Le guerre dell'anima. La solitudine. (Vedi il consumo di psicofarmaci nel mondo: otto milioni di tonnellate l'anno).
Chissà perché mi rimane ferocemente simpatico Mastro Titta, il boia di Roma nello Stato Pontificio del XIX secolo. Mastro Titta compì migliaia di esecuzioni senza interrogarsi mai sulla colpevolezza dei condannati. Ma il suo era un taglio netto, fatto a sorpresa. Le vittime passavano in un secondo da questa valle di lacrime in Paradiso. Ma lo squallore stava nelle impiccagioni riservate alla plebe, dove la morte non è immediata. Il colpo di grazia lo dava il "tirapiedi", un ragazzotto vigoroso
che, per pochi centesimi, ne determinava la morte tirando lo sgabello. Pochi centesimi per un piatto di riso, comunque per la sopravvivenza. I tirapiedi di oggi, gli allineati, gli arrivisti, i conformisti senza una piega, tirano lo sgabello per la "testa rossa", per un loft in pieno centro. Poi fanno sberleffi su tutti coloro che predicano la libertà.
Diceva il Principe partenopeo: "...Perciò, stamme 'a sentì, nun fa 'o restivo, suppuorteme vicino, che te 'mporta. Sti ppagliacciate 'e fanno sulo 'e vive, nui simme serie appartenimmo 'a morte".
lunedì 10 agosto 2009
I FURBETTI PLANETARI
IL POPOLO IGNARO È COSTRETTO A FARE I CONTI DELLA SERVA E C'È CHI STA GIÀ COPRENDOSI LE TERGA DALLO PERIGLIO CHE VIEN DAL CIELO.
Tutti sanno che il Governo Occulto Americano – Obama non c'entra, è ancora pulito - ha fatto e sta tentando di fare altre cose per il dominio delle fonti di petrolio. Per governo intendo la cricca che sta al potere con ogni mezzo. Perché tanto accanimento sul controllo della principale fonte di energia disponibile oggi? Non certo per sete di ricchezza, ce l'hanno già, non per sete di potere, ce l' hanno già. Ci sono dei collegamenti segreti, ma oggi non più tanto, con altri esseri stellari che sono venuti sulla terra e che hanno fatto un patto con questi signori di assistenza reciproca. Non voglio approfondire questa questione, potrà essere oggetto di eventuali scritti futuri. Il punto è che questi loschi signori, che son qui da oltre mezzo secolo, hanno avvisato i loro corrispondenti terrestri che la terra in un tempo imprecisato dopo l'anno 2000 subirà un enorme sconvolgimento ad opera dell'avvicinarsi del pianeta errante Nibiru. Ci sono su questo argomento accese discussioni tra chi è convinto che ci sia e sia già qui nel sistema solare e chi invece ritiene che sia un mito. Loro, la cricca al potere in America, ci credono, quando Bush jr diceva che dovevano andare in Iraq perché non c'era più tempo, lo diceva perché erano convinti che il fatto sarebbe accaduto nel 2003. Poi non è successo, e da qui è nato il disastro che hanno fatto e stanno continuando a fare in Iraq. Si sono accorti dopo che il tempo non era quello.
Dopo o forse prima della energia cos'è più prezioso dopo un eventuale disastro planetario, delle fonti di cibo? La vita, ovviamente, per mezzo del seme. Il loro piano non è certo umanitario. Hanno preparato un rifugio che possono tenere a chiusura stagna e non subire danni durante le gigantesche maree previste in quel disastro e che poi al ritorno della calma possono difendere con pochi soldati, essendo in un luogo difficile da raggiungere ed isolato.
E perché proprio in Norvegia?
Quella zona è tra le più sicure del pianeta, secondo i geologi, in caso di giganteschi terremoti; gli esperti geologi fautori del disastro parlano anche di grado 15 scala Richter, cioè intere montagne che si formano o spariscono.
Quindi questi personaggi dai Rockefeller, Morgan & Co. in giù sino all'ultimo imbarcato Bill Gates – noto per il suo impegno sociale (sic) - , si sono messi d'accordo coi reali Norvegesi e si sono fatti là i rifugi per scampare al disastro che credono imminente. In modo da essere, tornata la normalità, i dominatori del mondo.
Loro hanno i semi, tutte le altre banche del seme andranno distrutte o per le gigantesche inondazioni o per i terremoti o semplicemente perché mancherà l'energia elettrica a lungo.
E loro hanno il petrolio. O almeno lo credono.
Vedremo nel giro di pochi anni se hanno ragione o no, nel frattempo aspettiamoci che il costo dell' energia diventerà proibitivo e che tutti noi vedremo ridurre di molto il nostro tenore di vita, per colpa delle loro manovre di accaparramento delle risorse.
E sta già accadendo.
Che sia vero o no che ci sarà il disastro questa gente superprivilegiata e infame, se hanno davvero delle informazioni certe, come potrebbe averne la NASA o agenzie coperte, invece di tentare in qualche modo di organizzare un minimo di protezioni, pensano solo a garantirsi il dominio del mondo e fanno di tutto per togliere alle popolazioni ogni possibilità di fronteggiare il futuro.
Quali fonti ho per sostenere tali tesi? Se le svelassi sarei un tragico fesso. È meglio che credano che io sia un mitomane o un paranoico. Ce ne sono tanti in giro.
venerdì 7 agosto 2009
Il Silmarillion di JRR Tolkien
Il “Silmarillion” è un racconto mitico-cosmologico in cui Tolkien narra tutte le vicende della Terra di Mezzo dalla Creazione del mondo alla Terza Era ossia quella in cui si svolge la vicenda del Signore degli Anelli. Ma questo mito non si limita ad essere un mero “antefatto”: è un racconto potente e suggestivo che punta proprio come ogni vero mito a svelare l’origine del mondo materiale e soprattutto di quelle categorie metafisiche ed esistenziali con cui ogni uomo in ogni tempo si è trovato a fare i conti: Bene, Male, Superbia, Caduta, Nostalgia di Infinito, Finitezza del’Uomo, Potere, Arte e così via.
Il titolo prende il nome dai Silmaril, gemme in cui è incastonata la Luce degli Alberi della Vita che illuminano Arda, la Terra primordiale. Saranno queste gemme di ineffabile bellezza e potere a muovere la vicenda, una vicenda di guerra e distruzione in cui il desiderio del possesso dei Silmaril condurrà gli Elfi a rinnegare e tradire gli Ainur (creature angeliche che avevano il compito di custodire la Terra ), ad uccidersi tra loro e subire la forza devastante di Melkor, Ainur decaduto e Signore delle Tenebre.
La grandezza dl Silmarillion sta nel suo essere “aperto”: la conclusione non è una vera e propria fine, ma piuttosto il punto ad un capitolo di una storia ancora più vasta; molti punti rimangono ancora da sciogliere (ad esempio cosa ne sarà degli Uomini morti, a cui Iluvatar ha promesso un dono preziosissimo ma non rivelato; cosa ne sarà della Terra di Mezzo dopo il Giudizio Universale di Iluvatar atteso da molti) ed è come se il Silmarillion non fosse solo l’antefatto a Lo Hobbit e al Signore degli Anelli, ma il proemio ad una storia di cui anche noi siamo parte.
Lo consiglio a chi sta sotto l'ombrellone, a chi fa escursioni in montagna, a chi passeggia per campagne e ai molti inchiodati a casa. E a tutti i ricercatori del Cern, che non trovano ne troveranno mai la particella di Dio. Chi vuole intendere, intenda.
giovedì 6 agosto 2009
È MORTO JOHN KEEL. L'ANTIPINOTTI
UNA GRANDE ANIMA MISCONOSCIUTA E AVVERSATA
Nel silenzio totale dei media italiani, il 3 luglio scorso è morto John Alva Keel, l’autore di The Mothman Prophecies, in totale povertà nel suo appartamento alla periferia di New York, tra lo sporco e il degrado, dopo aver passato gli ultimi anni in auto-esilio dal mondo.
Oltre che autore del libro che ha ispirato l’omonimo film con Richard Gere, John Keel è stato un giornalista, un grande scrittore e indagatore dell’occulto, anche se lui amava definirsi demonologo, o meglio ancora forteano, dal nome del suo mentore Charles Fort (1874-1932), anch’egli sconosciuto nel nostro paese. Il lascito di Keel è costituito da numerosi e seminali libri sull’ufologia, tutti per lo più avvolti dalla leggenda.
Col suo testo più famoso, The Mothman Prophecies (edito in Italia da Fazi), Keel ha raccontato i fatti avvenuti nel biennio 1966-67 a Point Pleasant, West Virginia, e segnatamente le apparizioni di Mothman, creatura alata e antropomorfa avvistata da innumerevoli testimoni, e di misteriosi “uomini in nero” (men in black), che tanto hanno influenzato l’immaginario collettivo mondiale. Di Mothman John Keel ha parlato anche in Creature dall’ignoto (tradotto dall’editore Fanucci, che speriamo lo ristampi presto), raccogliendo ben ventisei diverse testimonianze oculari.
Negli anni settanta, all'inizio del mio cammino cognitivo ed esperenziale sulle tematiche misteriosofiche, mi imbattei negli studi di Keel. Allora non compresi subito la portata delle implicazioni teoretiche che l'autore americano apportava al dibattito ufologico ed ermeneutico dell'ufologia mondiale. Si sosteneva in quegli anni la tesi extraterrestri a spiegazione del fenomeno ovni. Facevano appena capolino altre vedute, come quella parafisica. Con l'andar del tempo, mi resi conto che le sue ipotesi onnicomprensive dei misteri dell'uomo e del cosmo, delineavano una griglia interpretativa della realtà come poche altre. Le feci mie con aggiunte filosofiche e mitologiche funzionali alla mia equazione personale. Devo a John Keel e a pochi altri se mi si sono aperti varchi inusitati verso dimensioni sconosciute ma non inconoscibili della vita e del suo intimo significato. L'approccio di Keel, diciamo così, metapsichico alla fenomenologia ufo, la connessione tra tutti i livelli della realtà in un tutto significativo, il punto fondamentale secondo il quale miti, leggende e credenze dell'umanità, in tutti i tempi e luoghi siano legati da un unico comun denominatore, in forme diversificate a seconda della particolare fase storica in cui essi si manifestano, rappresentano il substrato conoscitivo del mio studio da trenta anni, la chiave ermeneutica per aprire le porte di ciò che chiamiamo reale. Un profondo dolore provo per il ricercatore statunitense, per la sua fine diciamo così miseranda, in parte da lui voluta e in parte indotta dalla cricca imperante. Ha preferito eclissarsi così, lontano da facili clamori mediatici in tempi di ubriacatura new age e di becero sensazionalismo dell'insolito (vedi il programma televisivo “Mistero” condotto da quel tale cantante), defilato dalle luci finte dei riflettori della notorietà. Forse i demoni che da tempo rincorreva per stanarli, lo abbiano però raggiunto loro e...
Credo con forza che ora, John, possa correre liberamente sui pascoli dell'infinito, per continuare a scoprire i misteri che ci attorniano.
mercoledì 5 agosto 2009
IL POTERE DI ESSERE CAUSA
La Legge dell’Attrazione e il Potere dell’Intento sono leggi sì incontrovertibili, ma attenzione a non abusare del termine “creazione”. Noi possiamo creare la nostra realtà SOLO se dopo avere espresso un intento, è seguito un piano d’azione FISICO in questo piano dimensionale. Ovvero, bisogna muovere il cosiddetto sedere, fatto di atomi ma pure sempre sedere rimane, per far sì che qualcosa accada. Cioè, devi lavorare, lavorare, insistere, battere sempre sullo stesso chiodo: scegli un archetipo, una immagine che lo rappresenti e una emozione corrispondente (prajna) e basta, lavoraci sopra senza cambiare, ininterrottamente. Solo in questo modo ho ottenuto i più grandi benefici dalla vita, ma questi insegnamenti non sono affatto legati solo alla meccanica quantistica, oggi tanto invocata ad ogni piè sospinto. Essi prendono origine dagli studi sulla magia di Giordano Bruno e in tempi più recenti da un libro scritto nel 1912 da Charles F. Haanel. Esistono perciò cose come la non-località, la Sincronicità, l’Entaglement? CERTO! Ma non confondiamole con la creazione. C’è la sua differenza. Niente di trascendentale quindi. Solo la natura e il nostro equilibrio con essa.
Sono d’accordo sul fatto che l’uomo crea la realtà, ciò su cui ho qualcosa da meditare sta nel fatto che sia solo l’uomo/entità responsabile di questa creazione. Sono convinto che, una volta trovati i codici per sbloccare il software che gestisce l’illusione (hackare), l’uomo possa influenzare la “materia” e parte del codice della matrice per compiere così dei veri e propri prodigi. Non dimentichiamoci che questo è un ologramma che deve solo essere dimostrato. Ma se fosse solo l’uomo a generare quel codice, allora mi piacerebbe sapere CHI di noi in questo momento sta dicendo al centro della galassia di spedire un segnale diretto su questo pianeta, che i nostri DNA stanno ricevendo per settare i nostri veicoli biologici alle nuove frequenze vibrazionali che verranno. Purtroppo, con le nuove scoperte nel campo della Meccanica Adronica, il concetto di osservatore viene superato dal nuovo paradigma. Se nel caso delle particelle elementari sono presenti fenomeni di non località, immaginate una particella che opera nelle iper-dimensioni! Eh si, c’è bisogno di un aggiornamento. Lo stesso fisico viterbese e mio vecchio sodale negli anni settanta, Massimo Corbucci asserisce che senza la nuova tavola degli elementi fondamentali, la fisica imploderà su sé stessa entro qualche anno. Il fatto che tutto è UNO “ALL IS GOD”, e che non ci sono teorie e tecniche da “imparare” ma da conoscere/disconoscere. Ogni maestro diventa perciò superfluo dal momento in cui ha dispensato la sua conoscenza. Rimanerne attaccati è solo un altra prospettiva della stessa dualità contro la quale puntiamo il dito. Per la Meccanica Adronica, tutto è perfetto così com’è, e non ci sono domande/risposte da imparare/insegnare, ma c’è la consapevolezza che siamo UNO, senza specchi. L’equazione bilancia comunque sé stessa, volontariamente/involontariamente. Non c’è Illuminazione/Ignoranza. C’è l’UNO.
La verità non è una teoria, non è un sistema filosofico speculativo, non è penetrazione intellettiva.
La verità è l’esatta rispondenza con la realtà. Per l’uomo, la verità è l’incontrovertibile conoscenza della propria natura. Secondo le proprie esperienze e non è mai fissa. La parola “ FALLIMENTO” è un durissimo giudizio che intende escludere ogni altra opzione. La parola è materia? Non lo chiamerei fallimento. Ma discernimento.
Ahimsa= non- violenza, non giudizio, rispetto, solidarietà. Il primo passo del nostro cammino.
Pongo l’accento sull’importanza di una serie di domande che favoriscono l’eliminazione delle pseudo verità perché con una mente plagiata sarà molto difficile padroneggiare i propri pensieri. L’apertura dei sigilli, o il raggiungimento di elevati stati di coscienza, tranne rarissime eccezioni, si possono ottenere solo se veramente si è lavorato a lungo su se stessi. Principi per autodisciplinare il corpo e la mente applicandoli. La prima importantissima regola che un entronauta dovrebbe detenere sarebbe essere aperto e rispettoso degli altri, cioè l’astenersi da questa violenza di giudizio. Dal momento che nessuno di noi è un serial-killer potremmo a prima vista ritenerci tutti rispettosi del principio di non violenza. Ma noi abbiamo appreso dalla nostra pratica che più guardiamo in profondità qualcosa e più notiamo dei particolari che in precedenza non avevamo colto; più allarghiamo la nostra visuale e più informazioni, dati, riflessioni si aggiungono alle nostre conoscenze. Ma se coltiviamo un atteggiamento critico nei confronti di chi non è in linea con il nostro pensiero già stiamo formulando un pensiero violento nei riguardi di altre persone che magari non conosciamo bene e non sappiamo perciò le motivazioni di certe loro scelte. Tuttavia ho avuto modo di constatare che quando certe scelte radicali (sia spirituali che di altro genere), non sono supportate da un altro grado di maturità, da un equilibrio psichico e da un certo percorso spirituale, questo porta spesso a forti squilibri generali sia per il corpo che per la mente. Tutto questo si traduce in una violenza verso se stessi, oltre che verso gli altri e separa le Coscienze. Tuttavia le nostre storie personali passano certamente per dei percorsi individuali e unici, alcune volte incomprensibili per le nostre ordinarie e ristrette considerazioni mentali.
E non vorrei nemmeno che dal mio personale ragionamento, qualcuno potesse pensare che il mio è un invito a non credere in questo o in quel guru/concetto, FATELO SE LO VOLETE. Ricordiamoci, almeno che abbiamo scelto un cammino, che gli altri esseri umani sono i nostri compagni di viaggio, anime sorde o mute, sveglie o addormentate (mute e sorde perché noi siano sordi e muti al loro linguaggio) che ci seguono di un passo avanti o indietro sullo stesso sentiero. Dalla loro sofferenza giunge fino al cielo un grido silenzioso, che tocca e lacera il cuore di chi lo sa ascoltare. La sofferenza interiore, quasi sempre giunge dalla mano dell’uomo che di questo regno inferiore dovrebbe essere l’iniziatore ed il Maestro e invece ne diviene il loro metro di superiorità e quindi di confronto competitivo.
NB
Dopo il precedente articolo sui governi che ci stanno fottendo (parola volgare, certo, ma ci siamo capiti comunque), ho ritenuto necessario un elaborato che desse un controbilanciamento, una traccia forse per evadere dalla prigione samsarica. Per spezzare le catene usiamo ciò che è eterno in noi.
martedì 4 agosto 2009
AVVISO AI NAVIGANTI: SVEGLIA, I POTERI MONDIALI CI STANNO FOTTENDO
L'amico di tutti noi uomini liberi, l'inglese Gary McKinnon, ha avuto determinazione e coraggio da medaglia. La disdetta che lo mandino a Guantanamo è da indignazione. Purtroppo gli daranno la estradizione perché anche gli inglesi ci sono dentro fino al collo in questa cospirazione globale. Altro che le trombonate della spia anglosassone Icke. Il disegno di schiavitù dell'umanità andrebbe quella sì perseguita. Mi dispiace ma temo che morirò prima di veder ufficializzati 'sti Ufo's, con le loro fantasmagoriche metatecnologie, men che meno assisterò alla diffusione delle free energy. Mi accontento di sapere che esistono altri esseri intelligenti negli infiniti mondi e ringrazio il Cielo che mi ha permesso pure di conoscerli.
I sospetti erano tutti fondati, dal caso di Coral Castle a Tesla e tutto il resto. Sicuramente il triangolo delle Bermude fa parte degli specialissimi power point – shakti cosmicotellurici - come pure Canneto di Caronia, porte per i viaggi nel tempo, come l'epopea televisiva di Lost fa nemmeno nascostamente intendere: un messaggio per qualcuno, evidentemente.
Altro che propulsione a idrogeno o atomica, la velocità della luce e gli effetti ad essa correlati sono il vettore per poter fare qualsiasi cosa. L'energia di questi posti, naturale o extraterrestre che sia è spropositata. Loro – la cricca imperante de Il Gruppo - sanno tutto e ci tengono all'oscuro per farsi gli sporchi affari loro. Probabilmente vogliono consumare tutto il petrolio degli arabi, per poi
sottoporre il mondo ad una schiavitù con qualche ulteriore mossa strategica; da un certo punto di vista andrebbe pure bene così, perdendo il loro potere contrattuale e ricattatorio, i paesi produttori dell'oro nero si adeguerebbero, verrebbero a più miti consigli e magari comincerebbero a faticarselo il salario. Altro che celle solari, atomica e venticello. Bisognerebbe farci un parcheggio alla Nasa. Ci pijano per i fondelli con le cronache marziane, con il robottino mattel e con il relativo viaggio – un anno per arrivare sul rosso pianeta ed un anno per tornare -, con quel rottame di shuttle che ogni tanto fa il botto (...mi dispiace, ovviamente, per il sacrificio dei piloti). Così come ci hanno probabilmente turlupinato con lo sbarco sulla luna finta della base Andrews e la sua colonizzazione futura.
Stanno ad usare ancora i razzi come 65 anni fa su Londra, mentre conoscono tecnologie alla Stanley Kubrick. Bastardi, cancellano tutte le foto con gli ufetti. Ci rubano l'anima e l'energia vitale. Chi glie la potrà mai far pagare? Gli uomini ormai sembrerebbero destinati alla schiavitù.
Come direbbe Heidegger, solo un Dio ci può salvare.
Ma che rabbia!
François Villon
La Ballata degli impiccati
(l'epitaffio di Villon)
Fratelli umani, che ancor vivi siete,
non abbiate per noi gelido il cuore,
ché, se pietà di noi miseri avete,
Dio vi darà più largo il suo favore.
Appesi cinque, sei, qui ci vedete:
la nostra carne, già troppo ingrassata,
è ormai da tempo divorata e guasta;
noi, ossa, andiamo in cenere e polvere.
Nessun rida del male che ci devasta,
ma Dio pregate che ci voglia assolvere!
Se vi diciam fratelli, non dovete
averci a sdegno, pur se fummo uccisi
da giustizia. Ma tuttavia, sapete
che di buon senso molti sono privi.
Poiché siam morti, per noi ottenete
dal figlio della Vergine Celeste
che inaridita la grazia non resti,
e che ci salvi dall'orrenda folgore.
Morti siamo: nessuno ci molesti,
ma Dio pregate che ci voglia assolvere!
La pioggia ci ha lavati e risciacquati,
e il sole ormai ridotti neri e secchi;
piche e corvi gli occhi ci hanno scavati,
e barba e ciglia strappate coi becchi.
Noi pace non abbiamo un sol momento:
di qua, di là, come si muta, il vento
senza posa a piacer suo ci fa volgere,
più forati da uccelli che ditali.
A noi dunque non siate mai uguali;
ma Dio pregate che ci voglia assolvere!
O Gesù, che su tutti hai signoria,
fa' che d'Inferno non siamo in balia,
che debito non sia con lui da solvere.
Uomini, qui non v'ha scherno o ironia,
ma Dio pregate che ci voglia assolvere!
domenica 2 agosto 2009
Epigrammatica del mio maestro
Un suo bravo allievo, M.C., e mio vecchio amico, divenuto poi fisico, ha letteralmente tradotto senza tradire gli appunti del maestro, scritti originariamente in dialetto stretto da rasentare la metalinguistica; in qualche caso ha lasciato il suo linguaggio per far risuonare l’originale vibrazione. Alla luce dei suoi insegnamenti, M.C. sta facendo importantissime scoperte da rivoluzionare addirittura la fisica moderna. Se il nostro maestro fosse ancora in vita non so se approverebbe tale utilizzo: la conoscenza serve per aiutare tutti, diceva, ma non tutti sono in grado di gestire la potenza che ne deriva.
Cose diverse creano la materia. Le cose simili la fanno combinare.
È affine ciò che ci sta vicino. È vicino ciò che ci è dissimile.
La ragione dell’esistenza di tutte le cose è ciò che in me provoca un fremito interiore.
Noi conosciamo perché ricordiamo le cose antiche.
Il cielo stellato, il mondo, la natura, le cose e quanto succede dentro di noi obbediscono ad un’unica legge: il principio di aggregazione e disgregazione.
Il passato non è passato, ma è custodito e rimane per sempre, ma noi lo dimentichiamo e ci allontaniamo da esso. Tuttavia in seguito, lungo il susseguirsi imprevedibile delle circostanze, esso riappare di nuovo come un eterno presente. Il passato continua ad essere reale e ad agire.
Quando curo mi sostituisco al male del paziente, mi identifico con la sua colpa, perché ogni male è frutto di una violazione consapevole o meno, e la assumo sulla mia carne. Ci vuole poi del tempo per svuotarmi e un regime particolare di vita per recuperare l’equilibrio.
La conoscenza è ‘n sapore e s’ascolta con le budelle [viscere].
Apri l’occhi e già s’è fatto notte. Svegliateve[i] finché s[i]ete in tempo.
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